Ormai nelle organizzazioni si parla comunemente di diversity management e di inclusione per significare come la specificità delle differenze di genere sia una ricchezza da valorizzare.
Ma sappiamo benissimo che il mondo del lavoro è ancora molto declinato al maschile e che tutelare non significa sempre offrire pari opportunità.
Si fa, però, strada un cambiamento culturale che va sostenuto e alimentato, per valorizzare, all’interno delle organizzazioni, quella gender sensitivity che può diventare una leva di crescita sia per le persone che per le imprese..
Riconoscere i propri talenti aiuta a prenderne consapevolezza e a valorizzarli nel modo giusto e in armonia con i propri bisogni e con quelli dell’organizzazione.
Ma aiuta anche a gestire, senza sensi di colpa, gli inevitabili compromessi da accettare.
Conoscere sé stesse è il primo passo per ritrovarsi, con rinnovato entusiasmo, nei propri panni, al lavoro e in famiglia, e per vestire proprio gli abiti tagliati su misura per noi.
I Corsi e i Live Webinar si rivolgono a donne lavoratrici, manager di linea, di staff e di progetto di tutte le funzioni aziendali.
Nei Live Webinar e nei corsi, oltre ad una approfondita trattazione degli argomenti proposti, ampio spazio verrà concesso ad esercitazioni pratiche e lavori di gruppo, attività di interazione, giochi di ruolo e test.
Per ogni Live Webinar è prevista la possibilità di attivare colloqui individuali a richiesta di un'ora in modalità on line (secondo un calendario da definire con le partecipanti) per un confronto pratico e dedicato sulle tematiche trattate.
Per orientare le donne che lavorano nel percorso, per sviluppare competenze che le aiutino ad essere più efficienti, più efficaci e ad affrontare i driver di cambiamento ormai inevitabili all’interno delle organizzazioni
I - Donne, lavoro e gestione del tempo
II - Dall’efficienza all’autoefficacia
IX - Mind-set agile, cambiamento e pensiero sistemico
Per attivare le risorse del femminile in chiave evolutiva e creare nuovi paradigmi manageriali inclusivi e funzionali all’integrazione delle diversità
III - Empatia e ascolto: le qualità della leadership femminile 4.0
IV - La creatività delle donne al servizio delle organizzazioni
Per riconoscere i propri limiti e imparare ad attivare dinamiche virtuose nella gestione e prevenzione del conflitto, della paura del fallimento e dell’aggressività
V - Gestione del conflitto e negoziazione collaborativa
VI - Le donne sbagliano meglio
VII - Autodifesa, forza e consapevolezza emotiva
Per gestire al meglio stress e lavoro ibrido e mantenere attivo un mind-set innovativo
Per le donne impegnate nel mondo del lavoro il tempo è sicuramente la risorsa più preziosa,
quella che non può essere restituita una volta perduta.
Imparare a gestire bene il nostro tempo ci consente di dedicarne sufficientemente alle cose
importanti.
Possiamo allora scoprire un diverso concetto di “efficienza” finalizzato a generare energie positive
e senso di appagamento.
Una gestione del tempo consapevole consente di attivare livelli elevati di qualità nel proprio
lavoro e di integrare successo professionale e soddisfazione personale.
È, dunque, importante mantenere viva l’attenzione verso ciò che dal profondo ci muove, ci motiva,
crea benessere e rende possibile mantenere livelli di eccellenza nel tempo, imparando a
disinnescare automatismi e credenze limitanti che non ci appartengono.
Le competenze emotive abilitano nell'organizzazione nuove motivazioni e un rinnovato stimolo
all'apprendimento, migliorano la relazione e consentono all'azienda, mediante la percezione di un
nuovo clima aziendale, di raggiungere nuovi obiettivi e migliorare le performance.
Partendo da una buona conoscenza dei meccanismi psicologici che animano la relazione con
l’altro, ma soprattutto la relazione con noi stesse, possiamo costruire processi di interazione
lavorativa efficaci e in linea con le migliori possibilità di sviluppo della nostra natura, con l’obiettivo
di rendere più serena, ma anche più performante la nostra esperienza lavorativa.
Ritrovare la via della propria vocazione lavorativa e personale e comprendere la nostra mission ci
metterà in condizione di comunicare più efficacemente con gli altri e di sfruttare le nostre
inclinazioni naturali.
I personaggi dentro di noi
I meccanismi di identificazione e proiezione
I quattro stili di comunicazione (assertivo; passivo; aggressivo indiretto; aggressivo-passivo)
Perché è difficile essere assertivi
La pratica dell’assertività nell’ambiente di lavoro
Riconoscere la propria mission
Ristrutturazione del pensiero e del linguaggio in termini potenziali
La capacità di ascolto e l’empatia sono, da sempre, considerate qualità femminili.
Nella simbologia cinese, l’ideogramma che rappresenta la parola ascolto è composto da diversi
segni che significano orecchi, occhi, attenzione unitaria e cuore.
Così l’empatia, intesa come la capacità di mettersi intuitivamente nei panni dell’altro, presuppone
una naturale apertura ad accogliere le emozioni dell’altro. Se sono consapevole delle mie emozioni
sono disponibile ad entrare in relazione con quelle dell’altro.
Ma ai tempi dell’Economy 4.0 la leadership, soprattutto se declinata al femminile, non può più
essere incentrata su di sé e su un tipo di ascolto che chiameremo di “downloading” ma deve
necessariamente spostarsi verso il futuro, uscendo dalla logica di pensiero 2.0 o ego-centrata, per
entrare in uno stato di consapevolezza eco-sistemica e portarsi al passo con la realtà del nostro
mondo globalmente interconnesso.
Diventa allora fondamentale dotarsi di strumenti di crescita personale che consentano di attivare
un nuovo paradigma di pensiero con cui lavorare, prima su di sé e poi nel gruppo.
Il nuovo mind-set di competenze necessarie alle organizzazioni implica una qualità di ascolto e di
presenza che consentiranno di co-percepire le sfide del futuro di co-ispirare il gruppo, di cocreare nuove possibilità di sviluppo insieme.
A muovere lo sviluppo di un’organizzazione è il potere creativo: le organizzazioni sono veri e propri
organismi viventi in grado di influenzare il proprio mondo interno e la realtà esterna.
Nel mondo aziendale il talento femminile può fungere da catalizzatore di visioni che aiutino il
gruppo a trasformarsi.
Per svolgere questo ruolo, però, le donne hanno bisogno di lavorare prima di tutto su sé stesse: se
vuoi cambiare gli altri devi essere prima disponibile a cambiare te stessa e gli schemi di pensiero
rigidi e infecondi.
Le idee creative possono nascere all’improvviso o sedimentarsi per lungo tempo, ma per favorire
la creatività occorre abituarsi a rompere gli schemi, ad osservare, ad ascoltare, ma soprattutto a
valorizzare le risorse esistenti in modo nuovo.
Come ragionare con creatività ed efficacia
Credenze limitanti e meccanismi depotenzianti: se li conosci li eviti
Cambio di paradigma e processo creativo
Come usare il brainstorming creativo
Promuovere la mente innovativa
Esercizi di creatività
Innovazione e creatività al servizio dell’organizzazione
Negoziare significa comunicare con uno o più interlocutori al fine di raggiungere un obiettivo,
avendo alcuni interessi in comune ed altri in contrasto.
In ogni momento si negozia. Si negozia con il capo, con il collega, con i collaboratori, in famiglia; e
per questo motivo è necessario avere una solida competenza che ci sostenga.
La negoziazione presuppone innanzitutto una buona capacità di gestire le relazioni, cosa che
facciamo ogni giorno, più volte al giorno. Flessibilità relazionale, capacità di comprendere i veri
bisogni dell’altro, capacità di autovalutarsi per comprendere in cosa si è forti e cosa migliorare dal
punto di vista della comunicazione sono sicuramente indispensabili.
Ma siamo sicure di essere consapevoli di quel che succede veramente a noi stesse e all’altro quando negoziamo?
È sempre possibile allenare quel naturale talento che ci consente di conoscere e dominare le
principali competenze dell’intelligenza emotiva: perché è importante mantenersi calmi, come
gestire sé stesse, come governare emozioni scomode.
Il modo in cui le donne affrontano i fallimenti e vivono gli errori è prevalentemente frutto di
condizionamenti sociali.
Le donne sono meno educate a sbagliare e tradizionalmente sono portate a dimostrare in ogni
circostanza di essere brave e responsabili.
Fin da piccole, sono spinte dalla famiglia e dalla società ad aspirare alla perfezione in qualunque attività e
abituate ad aspettarsi da sé stesse non meno del massimo risultato.
Questo abito mentale le porta a temere
in misura maggiore l’errore e a rinunciare anche prima di mettersi in gioco, spingendole ad assumersi meno
rischi rispetto agli uomini e ad esporsi solo se sicure di poter raggiungere l’obiettivo.
Peraltro, diverse ricerche dimostrano che le donne in posizione di leadership, o in posti occupati
tradizionalmente dagli uomini, sono giudicate più duramente per i loro sbagli e ciò non fa che alimentare
quel circolo vizioso di false aspettative e di credenze limitanti che vengono definiti “errori di genere”.
Gli “errori “di genere sono le trappole mentali in cui le donne tendono più facilmente ad incappare:
non si tratta di veri e propri errori, ma di comportamenti non funzionali che impediscono di avanzare e
di avere successo nelle organizzazioni.
Questo meccanismo non fa che alimentare inefficienze per l’organizzazione e sensi di colpa per le
donne che vi lavorano.
Per prenderne consapevolezza, occorre avviare processi di riconoscimento degli stereotipi ma anche
di riconoscimento dell’errore, che consentano di modificare i comportamenti e superare la paura di
parlare dell'errore, così promuovendo trasparenza e apprendimento e una cultura di genere
consapevole ed oggettiva.
Capire l’altro: chi ho di fronte, i suoi paradigmi…dove vuole arrivare?
La sindrome di Mary Poppins…praticamente perfetta
Schemi di pensiero e “errori” di genere
Sono responsabile o colpevole?
Avviare consapevolezza: prevenire è meglio che curare
Stereotipi di genere e cultura dell’errore
Sbagliando s’impara: trasformare l’errore in opportunità
Imparare a delegare e fare rete
Leadership generativa: guardare oltre l’errore
Rabbia, aggressività e paura sono emozioni spesso trattenute o rimosse dalle donne che le percepiscono,
culturalmente, come contrarie alla propria natura.
D'altra parte, queste emozioni, mettono in campo un potenziale energetico che, se adeguatamente
indirizzato può essere utilizzato, sia per proteggere i propri bisogni che per facilitare la realizzazione del
proprio potenziale: mente, corpo ed emozioni potranno quindi agire in sinergia.
Ci sono contesti in cui riconoscere, affrontare e gestire l'aggressività psicologica e fisica si rivela
indispensabile, per affrontare la paura del cambiamento, per gestire l'aggressività relazionale (per esempio,
se si hanno contatti con il pubblico), per gestire situazioni conflittuali in strutture fortemente "sotto
pressione", o per tutelarsi, in situazioni di pericolo.
Portare a consapevolezza il modo in cui funzionano le emozioni proprie e degli altri e lavorare sulla
componente motivazionale consente e di fronteggiare tutti quei condizionamenti che spesso ci portano a
reagire in modo automatico e ci impediscono, invece, di reagire in maniera funzionale di fronte a paura,
ansia, rabbia e aggressività proprie o degli altri.
Il corso, attraverso l’utilizzo di alcune delle tecniche più innovative derivanti dagli studi sull’Intelligenza
emotiva e dalla pratica delle arti marziali, si propone di coinvolgere in chiave esperienziale le partecipanti
fornendo strumenti pratici in grado di creare consapevolezza e di trasformare i comportamenti.
Nella parte pratica, verrà offerta la possibilità alle partecipanti di mettersi alla prova lavorando sui propri
limiti/paure e sperimentando tecniche di gestione dell'equilibrio e respirazione.
Sarà possibile, inoltre apprendere una serie di tecniche di autodifesa facilmente applicabili che permettono
di affrontare la maggior parte delle situazioni pericolose.
Parte teorica
Parte pratica
Tutti quanti tendiamo a pensare che siano gli eventi a causare lo stress.
Ma se fossero gli eventi a causarlo, dovremmo rispondere tutti allo stesso modo, di fronte agli stessi eventi.
Invece, alcune di noi si stressano facilmente e altre hanno ottime capacità di resistere allo stress.
Quindi è la nostra percezione degli eventi che ci rende più o meno vulnerabili allo stress.
Se ci troviamo ad affrontare un compito lavorativo che ci sembra impossibile i pensieri che sorgeranno
saranno tendenzialmente catastrofici.
E quali saranno le emozioni correlate?
Paura, disperazione, rabbia, e
poi confusione e mancanza di chiarezza mentale.
Non saranno quindi le scadenze a rendere impossibile il raggiungimento degli obiettivi, ma i pensieri e i
sentimenti che affollano la mente a fungere da deprivatori energetici.
E allora, che fare?
Soprattutto a noi donne hanno insegnato che bisogna sviluppare le proprie doti di resilienza, intesa come capacità
di resistere agli eventi esterni, senza perdere il proprio centro, di piegarsi e non spezzarsi.
Ma non basta.
Possiamo cogliere la prospettiva evolutiva delle occasioni di stress per crescere: eventi inattesi e stressanti,
potrebbero infatti spingerci a usare fino in fondo le nostre risorse e a trovare soluzioni innovative.
È il concetto di anti-fragilità, che non è l’opposto di fragilità. L’antifragilità rappresenta la possibilità di
modificare l’approccio alla risoluzione della crisi.
Il corso proposto intende fornire strumenti pratici per riconoscere situazioni di ansia e di stress, attivare le
risorse idonee a prevenirle e a gestirle, ma soprattutto ampliare la visione cercando di cogliere la
prospettiva evolutiva e innovativa delle opportunità che la vita ci presenta.
Lo stress nelle organizzazioni
Ansia e stress: che differenza c’è?
Stress nella vita professionale: le pressioni quotidiane, le decisioni, le iniziative, i risultati
Conoscere ed individuare gli stressori nocivi
La percezione positiva e l’eustress
Oltre la resilienza: lavorare sull’antifragilità
Quali competenze sviluppare per migliorare il benessere organizzativo
Gestire lo stress con pratiche di meditazione e di respirazione
Si parla tanto di approccio manageriale agile e di organizzazioni orizzontali, in cui l’innovazione è costante e i cambiamenti
si adattano a tutto il sistema attraverso un processo di apprendimento continuo.
L’obiettivo del lavoro agile è cambiare il punto di vista sulla sequenzialità delle azioni da intraprendere per raggiungere
gli obiettivi di progetto e sul coinvolgimento, in ogni fase, di tutti gli attori.
Il problema non è solo attribuire correttamente le priorità o delegare efficacemente,
ma è cogliere in un’ottica sistemica il processo organizzativo ed efficientarlo secondo logiche gestite dagli stessi attori.
Inoltre, nello scenario emergenziale che ci ha travolto le competenze trasversali unite alle competenze digitali sono indispensabili
per gestire il lavoro da remoto e fluidificare le relazioni.
Una delle tecniche più utilizzate è il metodo Scrum che consente di procedere per iterazioni successive, integrando via via i cambiamento.
Questo consente alle persone coinvolte di esprimere il proprio talento e le proprie competenze trasversali.
I team del lavoro agile si autogestiscono, facendo da leader di sè stessi e auto-organizzando le proprie attività secondo una dinamica di leadership diffusa.
Attivare il modello agile come modello di pensiero digitale consente di traslare questo approccio su ogni dinamica
(organizzativa e relazionale) in cui è richiesto dal sistema un veloce processo di adattamento e porre le basi per
allenare la mente a gestire cambiamenti importanti in modo veloce e fluido.
Molto si è detto in merito al lavoro da remoto e, ora che pratichiamo da tempo, ci sono sicuramente più chiare criticità e opportunità.
Sono state soprattutto le donne a subire il peso organizzativo, economico e sociale che ha portato la pandemia.
L’organizzazione del lavoro sia a casa che in ufficio è stata rivista secondo presupposti e dinamiche diverse, che contemplano anche
lo “spazio di lavoro” come luogo dove coltivare il ben-essere fisico e psicologico.
Nelle relazioni professionali da remoto, occorre saper mantenere relazioni di “qualità” e interagire correttamente, valorizzando le proprie competenze digitali.
Nelle relazioni nell’ambiente domestico c’è bisogno di armonizzare i bisogni di tutti e di capacità di concentrazione e focalizzazione,
senza dispersioni energetiche.
Quali sono allora le risorse su cui lavorare?
Sicuramente l’intelligenza emotiva, intesa come insieme di competenze che ci aiutano a riconoscere le nostre emozioni,
a leggere correttamente il contesto, a trovare soluzioni efficaci e sostenibili e a comunicare correttamente con gli altri.
In secondo luogo la capacità di gestione del tempo secondo una modalità agile e flessibile al cambiamento, che ci consenta
velocemente di riorganizzare i nostri task.
Ed infine è indispensabile mantenere attivo un nuovo mind-set che consenta di trovare soluzioni innovative con creatività.
Il nuovo format proposto unisce una modalità formativa fortemente esperienziale, per lavorare in gruppo, ad uno spazio di ascolto
individuale, dedicato a chi necessita di un confronto su tematiche specifiche.
SLOT 1 - HOME WORKING E RELAZIONI DA REMOTO
Intelligenza emotiva e gestione delle relazioni da remoto
Autoefficacia personale e comunicazione, al servizio del lavoro e della famiglia
Gestione del tempo: come essere efficienti, preservando sé stessi
I luoghi del lavoro: da work place a living space
COLLOQUI INDIVIDUALI (Facoltativi, ma consigliati)
SLOT 2 - LAVORO IBRIDO E BENESSERE ORGANIZZATIVO
Quali competenze sviluppare per migliorare il benessere di tutti
Gestire lo stress con pratiche di meditazione e di respirazione
Nuovi trend e strategie per affrontarli
Fare rete per attivare la creatività delle donne
Direttrice Scientifica del Progetto Lavorare al Femminile, ideatrice e Direttrice scientifica del Progetto Connessioni, di Human Risorse per evolvere
PERFormatrice del Team Human Risorse per evolvere.
Laureata in diritto del lavoro con tesi sulle Pari opportunità, dopo aver maturato una esperienza aziendale manageriale ultra ventennale nel campo dell'editoria e della formazione, oggi collabora, come soft-skills trainer consulente HR e facilitatore con diverse aziende, Scuole e associazioni, dove tiene corsi sui temi del riconoscimento e della gestione delle emozioni, dell'empowerment e della leadership al femminile.
Fa parte di una rete di formatori che offrono servizi alle aziende sui temi dell'intelligenza emotiva e della gestione collaborativa del conflitto.
È facilitatrice formata alla Pratica collaborativa e alla gestione collaborativa del conflitto e socia dell’AIADC - Associazione Italiana Professionisti Collaborativi, secondo gli standard IACP International Academy of Collaborative Professionals.
Ha coordinato per AIAS - Confcommercio (Associazione Italiana ambiente e sicurezza) l’Osservatorio “Donne, innovazione e sostenibilità professionale” e ed è membro del Gruppo “Parità di genere” in seno ad ASvis (Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile), per la realizzazione degli obiettivi 2030 dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile.
È componente per conto di Fondazione Politecnico di Milano del Board internazionale del Progetto Elene4Life (Progetto Erasmus+) per la trasferibilità di pratiche di Active Learning per le soft skills dal contesto aziendale a quello universitario.
È docente di Intelligenza emotiva per Società Umanitaria nei Master Moda, Design, Bellezza e Start-UP finanziati dal Fondo sociale europeo e Regione Lombardia (Direttrice Prof. Dalia Gallico).
È Professional Counselor di formazione psicosintetica iscritta al C.N.C.P. con studio privato e collabora con l’Istituto di psicosintesi di Milano, coordinando gli “Aperitivi letterari”, conferenze sui temi della crescita personale e la sezione di attività “Donne e Psicosintesi”.
È membro attivo Aidp (associazione dei Direttori del personale)- sez. Lombardia e cofondatrice del Gruppo Art&Management.
È autrice di numerosi saggi e pubblicazioni.
Con l'obiettivo di integrare il lavoro su corpo e mente, pratica e insegna Hatha yoga e Pranayama.